a cura del dott. Francesco Scaglione
Il volumetto ripercorre la storia e le tappe di una serie di parole di origine araba del dialetto siciliano. Le cartine e i disegni (elaborati da Pino Aiello) consentono di seguire visivamente i complessi percorsi migratori degli arabismi lungo le coste del Mediterraneo e dell’Europa meridionale.
Parole nella storia offre dei materiali di riflessione su quello che è stato definito l’“emergere di una nuova dialettalità”. Il dialetto, dato troppo presto per spacciato, sta dimostrando una nuova vitalità non solo grazie agli scrittori che continuano ad arricchire la loro lingua attingendo al dialetto, ma anche ai nuovi media (Internet), alla pubblicità, alla canzone giovanile, alle scritture esposte ecc. Le Parole nella storia sono in realtà tutte le parole, sia quelle che usiamo tutti i giorni, sia quelle che usiamo in occasioni particolari, sia quelle che non usiamo più. Esse, costituendo il deposito delle conoscenze collettive di una comunità di parlanti, hanno tutte una storia da raccontare. Questa storia si rivela a partire dai diversi significati che hanno le parole, dall’etimo, attraverso il quale scopriamo le origini, dall’iconimo, con cui possiamo conoscere il motivo per il quale un elemento della realtà fisica o psichica si chiami in un certo modo. Distribuite in 8 capitoli o tematiche, le parole sono raccolte in 55 schede in cui vengono presentate e studiate: a) singole parole dialettali che si riferiscono a più di un concetto e b) singoli concetti che vengono espressi da un certo numero di parole dialettali.
Il capitolo si concentra sugli studi onomastici, considerando nel dettaglio la realtà siciliana. In particolare, vengono analizzati principalmente antroponimi e toponimi, di cui si discute l’origine e i processi onomaturgici e di trasmissione, guardando sia a fonti scritti che a forme trasmesse per via orale.
Il volume ha come oggetto di interesse l’antroponomastica personale, familiare e comunitaria in Sicilia e, quindi, lo studio dei nomi propri, dei cognomi, dei soprannomi personali e dei blasoni. Di tali aspetti si offrono categorie e classificazioni, sottolineando lo stretto rapporto tra antroponomastica, dialetto e cultura popolare. Particolare attenzione è anche dedicata ai nomi propri all’interno della finzione letteraria, guardando ad autori come Verga, Pirandello, Sciascia, D’Arrigo e Silvana Grasso.
L’articolo discute la vitalità di alcuni soprannomi (di origine per lo più dialettale) nel centro agrigentino di Licata. Dopo una breve introduzione sulle più diffuse categorie e classificazioni antroponomastiche, lo studio riporta i dati di un’indagine condotta tramite delle interviste somministrate a uomini e donne appartenenti a diverse fasce d’età in diversi contesti della vita quotidiana e in diversi luoghi.
L’articolo si sofferma sui toponimi riguardanti le isole dello Stagnone e dei territori e delle contrade che si affacciano sulla riserva naturale. Se ne discutono sia le forme ufficiali che quelle popolari, come anche, in prospettiva diacronica, l’origine e i possibili percorsi motivazionali.
Alla fine dell’Ottocento, la Sicilia, insieme alla Toscana, ha fornito la maggiore quantità di testimonianze fiabistiche, grazie alla raccolta di Giuseppe Pitrè. Infatti, ben 42 su 200 fiabe delle Fiabe italiane di Italo Calvino (Torino, Einaudi 1956) sono tratte dal repertorio siciliano. Le fiabe di tradizione orale, come esempi di miti degradati, propongono all’ascoltatore di ieri e al lettore di oggi, un ordine sociale e un orientamento culturale che hanno resistito per secoli e che sono comuni a molte civiltà dell’Occidente come dell’Oriente. Con questo breve studio, si fa il punto sulla produzione edita in Sicilia e si integra con una ricerca sul campo condotta in quattro comuni della Sicilia centrale in cui è stato possibile registrare alcune permanenze della ricca produzione orale popolare (consultabili al link www.dialektos.it). Il volume presenta, quindi, una prima parte con una ricognizione sui temi, forme, codici linguistici della tradizione e una seconda parte con l’analisi dei materiali di prima mano.