Per ordine dell’imperatore d’Oriente Giustiniano, nel 535 d.C. l’esercito bizantino, guidato dal generale Belisario, conquistava in pochi mesi la Sicilia. L’influenza bizantina durò dalla prima metà del VI secolo fino alla prima metà del IX: in questi secoli l’isola godette di un clima di pace e fu avamposto sul Mediterraneo dell’Impero bizantino, lontana dalle guerre che nel frattempo tormentavano l’Italia e il Nord Africa, divenne uno snodo fondamentale per il commercio e assunse una posizione di controllo negli scambi tra Oriente e Occidente.
Il panorama territoriale della Sicilia bizantina era multiforme; oltre ai grandi latifondi appartenenti alla nobiltà e alla Chiesa, protagonista del paesaggio agrario siciliano del VI secolo, esisteva un intero mosaico di appezzamenti di terra con un gran numero di padroni. Ci fu un grande sviluppo nell’agricoltura, nell’allevamento, una fiorente attività artigianale, miniere, cave e l’embrionale industria di cui si hanno parecchie testimonianze. Si era creata una gerarchia piramidale fatta di diverse etnie: locali, greci, latini, orientali ed ebrei e tutti concorrevano, ognuno con la propria cultura, all’arricchimento socio economico, culturale e artistico del territorio siciliano.
L’arte e l’architettura bizantina sono la rappresentazione di quella straordinaria religiosità e sacralità che da sempre ha caratterizzato la cultura dell’Impero d’Oriente, hanno permeato di cultura il territorio siciliano anche in epoca successiva, quando i principi normanni, consolidata la conquista della Sicilia e proclamato nel 1130 il Regno di Sicilia, si avvalsero di maestranze bizantine per i loro palazzi e le chiese.