Introduzione

 

«Attraverso Verga, Capuana, De Roberto, Pirandello, Rosso di San Secondo, Borgese, Quasimodo, Vittorini, Brancati, fino a Bonaviri, Cattafi, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Bufalino e Consolo – classici italiani che sono insieme classici siciliani – si può fare buona parte della storia della letteratura italiana moderna e contemporanea».

 

È quanto scrive Natale Tedesco, direttore scientifico dell’ottavo volume della Storia della Sicilia (Editalia e Domenico Sanfilippo Editore, 2000) dedicato a Pensiero e cultura letteraria dell’Ottocento e del Novecento

 

L’affermazione non è di parte e, se a quelli elencati si aggiungono anche i nomi di Navarro della Miraglia, Gesualdo Bufalino, Basilio Reale, Nino De Vita, Giuseppe, Ignazio Buttitta, Alessio Di Giovanni, Giovanni Meli, Domenico Tempio, Antonino Uccello, Stefano Vilardo e Serafino Amabile Guastella, il quadro acquista il carattere di un unicum nella storia e geografia della letteratura italiana grazie alla sua ricchezza, vitalità, varietà e qualità delle testimonianze.

 

A partire dal Sette-Ottocento, infatti, si afferma una letteratura dei siciliani non solo inserita nella vita culturale della penisola, ma soprattutto legata alle correnti più vive delle letterature europee, spagnola e francese in particolare. Dalla metà del diciannovesimo secolo, per tutto il Novecento e fino ai giorni nostri, la Sicilia si pone in maniera più netta al centro di un sistema di rapporti culturali, artistici e letterari in cui la sperimentazione dei codici espressivi e di genere, imponendosi molto oltre la «dimora isolana», va a collocarsi in una dimensione decisamente cosmopolita. Tradizione e innovazione, «sicilitudine» e apertura verso il resto d’Italia e verso l’Europa, sono, dunque, i poli intorno ai quali si sviluppano le riflessioni degli studiosi che hanno contribuito a disegnare il percorso di queste sezioni.

 

La cultura siciliana dell’Ottocento e del Novecento è raccontata attraversando la poesia e in questa direzione evidenzia codici espressivi, costanti e varianti stilistiche e linguistiche in un sistema dinamico che si muove tra tradizione e trasgressione anche all’interno dell’orizzonte più ampio della letteratura nazionale. Emergono figure di autori che si inseriscono di volta in volta all’interno delle grandi correnti artistiche e letterarie italiane ed europee, ma un filo sotterraneo sembra unificare tutte le esperienze grazie alla persistenza di una tradizione autoctona di stili (classicismo e barocco, come in Lucio Piccolo) e di temi (solarità e lutto, razionalismo e follia, mito e ironia).

 

Emerge così la «doppia anima siciliana dimidiata tra regola ed eccezione, ordine e caos, tradizione ed eversione, equilibrio formale ed espressionismo» approdando al discorso sul genere della poesia non manca ovviamente una panoramica relativa all’esperienza dialettale tra Settecento e Novecento (in cui spicca ad esempio l’opera di Ignazio Buttitta).

 

Le sezioni che seguono offrono un excursus bio-bibliografico sia degli autori maggiori ma anche di quelli che il canone ha messo da parte con un’antologia critica utile tanto agli insegnanti quanto agli studenti volta al confronto oltre che con le correnti letterarie europee anche con altri autori.