Tra il 1620 e il 1760 le città vengono private delle opere di fortificazione attraverso demolizioni.
La chiesa barocca siciliana ha, generalmente, impianti longitudinali a una o tre navate. A Trapani i Gesuiti costruirono il Collegio in un luogo vicino alla Loggia lungo l’attuale via Vittorio Emanuele. L’impianto a tre navate non presenta cappelle, le navate sono divise da archi collegati a due a due con architravi laterali, questo schema rompe la monotonia della successione degli archi.Il prospetto presenta due ordini ed è realizzato con tufo proveniente da Favignana. L’attività edilizia gesuitica in Sicilia è molto attiva per tutta l’epoca barocca, esempi ne sono il complesso a due cortili di Sciacca, il collegio e la Chiesa del Gesù a Naro, il collegio e la chiesa a Caltagirone, la chiesa del Gesù a Caltanissetta, a Mineo, a Mazarino, a Salemi, a Mazara del Vallo. La chiesa del Gesù di Alcamo si contraddistingue per la ricca decorazione scultorea, la bicromia tra la pietra e le pareti intonacate; la chiesa di Sant’Ignazio di Piazza Armerina ha una facciata convessa con doppia scalinata. La chiesa dei domenicani ad Agrigento riprende i temi barocchi dell’architettura palermitana, come l’impianto a unica navata e la facciata a due ordini sovrapposti. Altri riferimenti all’architettura palermitana si trovano nella chiesa madre di Caccamo, di Casteltermini, di Chiaramonte Gulfi, di Partanna, all’interno della quale si può ammirare un ricco apparato di stucchi e la chiesa madre di Pedara.
Le chiese a pianta centrale sono meno frequenti, si ricordano Sant’Alberto a Trapani e la chiesa del monastero benedettino di Santa Veneranda a Mazara, Santa Maria del Soccorso e la chiesa dell’Ecce Homo ad Alcamo. A Messina il Gulli edifica la chiesa di Santa Maria della Grotta che si ispira alla pianta circolare di San Pietro in Montorio del Bramante a Roma. Guarino Guarini è a Messina dal 1660 al 1662 dove realizza numerosi progetti, purtroppo non abbiamo testimonianze degli edifici finiti poiché distrutti dal terremoto del 1908. Sappiamo, però, che egli lavorò a Messina alla Chiesa della Santissima Annunziata, al Collegio dei Teatini e alla Chiesa di San Filippo Neri. L’architetto introduce, così, in Sicilia le novità più ardite del barocco italiano. Angelo Italia (1628-1700) è l’architetto siciliano che più di ogni altro assimila la lezione del Guarini; la sua ricerca spaziale è basata sull’uso di spazi centralizzati e sulla compenetrazione di piani, come nella Chiesa di San Francesco Saverio a Palermo, nella Chiesa della Neve a Mazzarino, commissionatagli da Carlo Carafa Branciforte, principe di Butera e nella chiesa annessa al collegio dei gesuiti a Polizzi Generosa. A Siracusa il linguaggio barocco è presente nell’opera di Giovanni Vermexio che realizza il palazzo cittadino nella piazza principale.
Per quanto riguarda l’architettura civile sono da segnalare l’ex palazzo Cavarretta a Trapani, palazzo Fici a Marsala con un sistema di esedre contrapposte, casa De Cristoforis a Erice dove, sulle modanature, si trova una ricchissima decorazione, palazzo Ventimiglia a Caltagirone dove sulla facciata spicca un balcone interamente realizzato in maiolica colorata.