Il calendario dell’isola

a cura della dott.ssa Alessia Facineroso

 

 

Dalla Restaurazione all’Unità d’Italia

 

 

11 ottobre 1817: viene varata una riforma amministrativa che ridisegna le circoscrizioni del Regno, istituendo in Sicilia 7 valli e 23 distretti;

 

15 giugno 1820: l’unione delle due Corone, l’abolizione della Costituzione siciliana e la soppressione del Regno di Sicilia provocano una sollevazione indipendentista a Palermo;

 

18-23 giugno 1820: il nuovo governo palermitano, guidato dal Principe Paternò Castello e da Giuseppe Alliata di Villafranca, ripristina la Costituzione del 1812 e dichiara l’indipendenza della Sicilia dai Borboni. Intanto, altre città (tra cui Catania e Messina) aderiscono invece al governo costituzionale di stampo carbonaro formatosi a Napoli. La Sicilia è squassata da una vera e propria guerra civile;

 

7 novembre 1820: il sovrano invia in Sicilia un battaglione dell’esercito alla guida di Florestano Pepe, che riporta l’isola alla fedeltà ripristinando l’autorità del governo di Napoli e dando inizio ad una dura repressione degli oppositori politici;

 

1837: l’arrivo di un’epidemia di colera in Sicilia provoca una nuova rivolta, che tocca con particolare violenza la parte orientale dell’isola e assume in fretta una tendenza antiborbonica, prima di essere soffocata nel sangue dalle truppe del generale Del Carretto;

 

12 gennaio 1848: in occasione del compleanno del re Ferdinando II, la Sicilia insorge nuovamente contro il giogo borbonico;

 

25 marzo 1848: a distanza di circa 30 anni viene riconvocato il Parlamento siciliano, presieduto da Vincenzo Fardella di Torrearsa. A capo del nuovo governo c’è Ruggero Settimo;

 

13 aprile 1848: la Camere approvano l’Atto di decadenza della monarchia borbonica;

 

10 giugno 1848: viene approvata la Costituzione di Sicilia, che si rifà a quella del 1812;

 

 

10 luglio 1848: la corona di Sicilia viene offerta al figlio di Carlo Alberto di Savoia, il duca di Genova Ferdinando Alberto Amedeo, che però, impegnato come generale nella prima guerra d’indipendenza, la rifiuta;

 

Settembre 1848: inizia la riconquista borbonica. Un battaglione dell’esercito guidato dal principe di Satriano attacca Messina;

 

18 settembre 1848: i Siciliani chiedono – e ottengono – una tregua;

 

29 febbraio 1849: Ferdinando II indirizza un proclama ai Siciliani, l’Atto di Gaeta, promettendo un nuovo statuto per l’isola. Il Parlamento lo respinge, dichiarando decaduto anche l’armistizio;

 

19 marzo 1849: riprendono i combattimenti;

 

7 aprile 1849: Catania viene occupata;

 

14 maggio 1849: le truppe borboniche guidate da Satriano riprendono il pieno possesso dell’isola. La rivoluzione è finita: i suoi capi – esclusi dall’amnistia generale concessa dal re – prendono la via dell’esilio;

 

novembre 1856: Salvatore Spinuzza e Francesco Bentivegna organizzano un’azione congiunta per sollevare il popolo di Sicilia contro la dinastia borbonica. La rivolta fallisce e i due vengono giustiziati;

 

25 maggio 1859: muore Ferdinando II delle Due Sicilie e gli succede il figlio Francesco II;

 

3-4 aprile 1860: a Palermo scoppia un moto insurrezionale guidato dal fontaniere Francesco Riso, che parte dal convento della Gancia e viene rapidamente sopraffatto dalla Polizia;

 

11 maggio 1860: Giuseppe Garibaldi ed i suoi volontari sbarcano a Marsala. Protetti da una divisione navale inglese comandata dal contrammiraglio sir George Rodney Mundy, ufficialmente a difesa degli stabilimenti vinicoli Ingham e Woodhouse, entrano pressoché indisturbati in città;

 

14 maggio 1860: a Salemi, Garibaldi assume la dittatura in Sicilia a nome di Vittorio Emanuele II. Emana un decreto che stabilisce la coscrizione obbligatoria dai 17 ai 50 anni di età;

 

15 maggio 1860: a Calatafimi i Mille, a cui si aggiungono 500 picciotti siciliani, affrontano le truppe borboniche guidate dal generale Landi, il quale sceglie la via della ritirata su Palermo;

 

17 maggio 1860: Garibaldi giunge ad Alcamo, e lì nomina Francesco Crispi segretario di Stato. Il Generale promulga inoltre il decreto che abolisce l’imposta sul macinato e tutte le imposizioni al consumo decretate dal governo borbonico dopo il 15 maggio 1849;

 

27-30 maggio 1860: battaglia di Palermo, al termine della quale il generale Lanza accetta di concedere un armistizio a Garibaldi e infine di ritirarsi;

 

2 giugno 1860: Garibaldi forma un governo rivoluzionario con sei ministeri. Con decreto dittatoriale è disposta la quotizzazione delle terre dei demani comunali tra coloro che si sono battuti per la patria;

 

25 giugno 1860: Francesco II promette la concessione di una Costituzione. Si forma un governo costituzionale;

 

20 luglio 1860: battaglia di Milazzo. Nonostante le perdite siano più numerose tra i garibaldini che tra i borbonici, a questi vengono negati i rinforzi e si ordina di ripiegare su Messina;

 

21 ottobre 1860: plebiscito per l’annessione in Sicilia;

 

4 novembre 1860: Pasquale Calvi, in qualità di Presidente della Corte Suprema, proclama il risultato del plebiscito, decretando l’unione della Sicilia al Regno d’Italia;

 

1 dicembre 1860: arrivo a Palermo di Vittorio Emanuele II;

 

13 marzo 1861: la battaglia di Messina, in cui si scontrano le truppe dell’esercito sabaudo guidate da Cialdini e le ultime forze napoletane al comando di Fergola, determina la sconfitta dei borbonici e la resa del Cittadella, ultima roccaforte della monarchia di Francesco II in Sicilia.