Nicola Barbato

 

(Piana degli Albanesi 5 Ottobre 1856-Milano 23 Maggio 1923)

 

La sua formazione risente delle precarie condizioni di vita dei contadini che costituivano la quasi totale popolazione del piccolo centro dell’entroterra palermitano nel quale nacque e dove si occupò della famiglia, in seguito alla prematura morte del padre; tuttavia, ricevette nuovi apporti culturali nell’ateneo palermitano che, più tardi,  riuscì a frequentare.

 

Entrato in contatto con le dottrine evoluzionistiche, ne divenne un entusiasta neofita.

 

Laureatosi in medicina, si dedicò agli studi di psichiatria a Palermo, ma poi preferì ritornare a Piana come medico condotto, e il quotidiano contatto con la miseria dei suoi abitanti,  fece di lui un agitatore sociale.  Entrò nel movimento socialista e, quando in Sicilia nacque e si diffuse il movimento contadino dei Fasci dei lavoratori,  ne divenne uno degli esponenti più qualificati.  Arrestato per istigazione all’odio fra le classi e per associazione a delinquere,  non potè partecipare ai due congressi che si tennero a Palermo, durante i quali si costituiva,  in Sicilia,  la struttura del Partito Socialista.

 

Durante il governo Crispi,  in seguito ai tumulti che si erano verificati in Sicilia e che avevano portato alla proclamazione dello stato di assedio, fu nuovamente arrestato e processato dal Tribunale militare di Palermo sotto l’accusa di cospirazione contro i poteri dello Stato e di incitamento alla guerra civile;fu condannato a dodici anni di reclusione ma benché ancora denenuto,  nel Maggio 1895 fu candidato dal Partito socialista nei collegi di Milano e di Cesena.  Vinse in entrambi,  ma la sua elezione fu annullata dalla Giunta della Camera;ripetutesi  le votazioni vinse nuovamente nei due collegi; per sorteggio fu assegnato a quello di Cesena,  mentre a Milano entrava in carica Filippo Turati.   Avendo goduto di una amnistia,  si dedicò a riorganizzare il partito in Sicilia,  allontanandosi solo nel 1897 per recarsi a Candia come volontario nella guerra greco-turca.

 

Tornato in patria fu nuovamente condannato ad un anno di reclusione per attività sovversiva, Nel 1900 fu eletto membro della direzione nazionale del Partito socialista e,  nello stesso anno,  fu eletto pure deputato del collegio di Corato dove cominciò a diffondere le sue idee socialiste tra i braccianti pugliesi.

 

Nel 1903 affronta un periodo difficile;a causa del suo trasferimento in Puglia aveva perso quasi tutta la sua clientela, ebbe violenti contrasti con gli organi centrali del Partito,  ebbe anche una serie di screzi personali con i dirigenti della sezione socialista del suo paese; tutto ciò lo spinse ad emigrare,  nel 1904,  negli Stati Uniti,  dove prese contatto con gli emigrati italiani diventando uno dei maggiori esponenti del Partito operaio.

 

Ritornato in patria,  si inserì di nuovo nella lotta politica,  candidandosi nel collegio di Catania  nelle elezioni del 1913 ma fu battuto.  Ritornò alla Camera solo nel 1919 come deputato del collegio di Bari.   Morì a Milano il 23 Maggio del 1923.

 

Tra le sue opere ricordiamo:”Scienza e fede”, ”Autodifesa dinanzi al Tribunale militare di Palermo”,  “Il socialismo difeso da Nicola Barbato al Tribunale di guerra”.  Fu anche autore di numerosi articoli pubblicati su: L’Avanti,  La Tribuna,  L’Ora e la Rivista popolare.