Nei secoli di dominio islamico, si era già sviluppata in Sicilia una cultura arabo bizantina che aveva prodotto uno stato multietnico e multilingue. L’Emirato di Sicilia fu conquistato dai mercenari cristiani normanni nel 1071, sotto Ruggero I che fondò la contea di Sicilia; negli anni successivi, Ruggero II che si era nel frattempo instaurato a Palermo come Re del Regno di Sicilia, intraprese la conquista di Ifriqiya, un’estensione del confine siculo-normanno nell’ex provincia romana d’Africa, allora chiamata appunto Ifriqiya.
Questo periodo portò a molti scambi culturali basati, da una parte sulla grande tolleranza religiosa e sociale mostrata dai Normanni, dall’altra sulla collaborazione e interazione tra le diverse etnie: latino-cristiana, normanna, greco-bizantina, arabo-islamica e non ultima quella autoctona.
La cultura della Sicilia normanna, detta anche “Sicilia arabo-normanna”, nella sua espressione artistica e architettonica, è stata di fatto un fenomeno unico, tipicamente siciliano derivante dalla particolare storia dell’Isola e di eccezionale valore universale. Tale è stata la contaminazione, l’interazione e l’interscambio culturale da essere riusciti a generare uno stile architettonico e artistico del tutto originale.
Su queste considerazioni si basa il riconoscimento dell’UNESCO: dall’8 Luglio del 2015 Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale fanno ufficialmente parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.