(Palermo 1753-Palermo 1809)
Nato nel quartiere palermitano dell’Olivuzza, fu destinato dalla madre allo stato ecclesiastico.
Ammesso nelle scuole gesuitiche,ne fu espulso e fu accolto nel seminario dei chierici, ove ricevette la tonsura e gli ordini minori il 23 sett. 1768.
Nel 1776 il G. fu ordinato diacono e sacerdote nel monastero delle Stimmate.
Sono di questi anni tre volumi manoscritti di Institutiones theologicae.
Nell’ottobre 1781, eletto canonico della cattedrale di Palermo,si interessò alla storia araba, iniziando questi studi compilando “una raccolta delle iscrizioni saraceniche esistenti in Sicilia” compito che gli permise di citicare la traduzione di un codice arabo (conservato nel convento benedettino di S.Martino) ad opera di un abate maltese.
Nel 1789 divenne professore di diritto pubblico siciliano.
Lavorò a una sua storia di Sicilia; per dieci anni restò ai margini della vita pubblica per dedicarsi interamente alla stesura della sua opera, con la quale la Sicilia, da Ruggero a Filippo II, entrava nella grande storia dell’Europa moderna.
Dalla fine del 1805 fu afflitto da una malattia neurologica, che evolveva verso una paralisi progressiva.
Morì a Palermo il 13 giugno 1809.