Entella
Coordinate 37°46′26.58″N 13°07′18.84″E
Storia, descrizione, emergenze, reperti rilevanti
L’antica città sorgeva sulla attuale Rocca di Entella in una posizione fortificata a dominio della Valle del Belice sinistro, nei pressi del comune di Contessa Entellina e a controllo di un vasto territorio che arrivava fino allo spartiacque tra le valli del Belice e del Sosio. La città era appartenente agli Elimi, il popolo fondatore di Segesta e di Erice (come sappiamo da Tucidide) e poi di centri minori come Alicie (forse identificabile nell’attuale Salemi) e Nakone non ancora rintracciata. Una eco del toponimo della città rimane nel V libro dell’Eneide nel nome di Entello, uno dei principi troiani che sarebbero approdati in Sicilia dopo la guerra di Troia. Quello dell’origine e della provenienza del popolo degli Elimi è un problema tuttora aperto. La questione sarà sciolta probabilmente una volta che si verrà a capo delle radici linguistiche di quel popolo.
Attualmente la ricerca archeologica e le testimonianze di vita materiale collocano quei centri sostanzialmente nel novero della cultura dei centri sicani. Riguardo alla pretesa di una diversità etnica e alle supposte nobili origini troiane vantata dagli Elimi potrebbe trattarsi del tentativo comune a molti popoli antichi non greci di collocarsi in una posizione intermedia tra la elevatezza greca e la barbarie degli indigeni. In questo caso quindi potremmo essere al cospetto di una leggenda costruita ad arte in età classica, ravvivata poi dagli ateniesi nel V sec. a.C. e riutilizzata per scopi politici anche dai segestani nel II sec. a.C. Certamente storico e documentato da Tucidide è invece l’apporto demografico di coloni Focidesi attorno al V sec. Incrocio etnico che comunque sembrava sedimentato nella coscienza degli Elimi dei secoli seguenti.
La prima frequentazione del sito risale alla tarda età eneolitica (3000- 2400 a.C.) e senza soluzione di continuità arriva fino al 1254. I contatti col mondo greco dovettero essere come per altri centri della zona assai precoci e cioè attorno alla fine del VII sec. Comunque, a parte le scarse testimonianze dell’età del bronzo, è al principio del VI sec. a.C. che risalgono le emergenze archeologiche più antiche di un certo rilievo, consistenti in un’area artigianale dotata di fornaci, nell’impianto di una cinta fortificata e nel complesso a destinazione pubblica dell’area centrale. Naturalmente rilevanti sono anche in questo periodo le influenze greche visibili nella ceramica conservata nell’Antiquarium di Contessa Entellina, proveniente soprattutto dalle colonie di Himera e Selinunte. Come per Montagna dei Cavalli nel 404 a.C il centro fu interessato dall’occupazione probabilmente violenta dei mercenari campani, come attestato dalle monete del tempo. Nel IV sec. la città si legò in alleanza con Cartagine, ma a metà secolo l’orientamento entellino mutò invece in un deciso atteggiamento antipunico. A quest’epoca si riferisce un granaio nel vallone orientale, come anche la necropoli “A”, caratterizzata da una grande varietà di tipologie funerarie, mentre tra età arcaica ed ellenistica si può collocare la necropoli B a nord-ovest.
La ricostruzione della storia entellina gode comunque del privilegio raro dell’esistenza di fonti dirette originali e cioè il rinvenimento in buono stato delle lamine bronzee sormontate da frontoncino coi decreti di Entella, che raccolgono le deliberazioni dell’assemblea popolare e del consiglio (boulè) oggi in gran parte conservate al Museo Salinas di Palermo. Dopo un periodo di decremento demografico, comune anche ad altri centri vicini, l’arrivo dei Romani favorì un ripopolamento del centro.
Sul vicino Pizzo della Regina emerge una complessa struttura militare databile all’età medioevale; sul lato opposto del pianoro si ergono gli alzati di un castello con la sua torre quadrangolare. Si è poi scavata una possente struttura quadrangolare con torrione d’accesso e due ampie corti. Annesso a questo un complesso più in basso, con hammam, il bagno turco, paragonabile all’impianto termale della Zisa palermitana.
Entella visse una grande, nuova fioritura in epoca araba e normanna, fino a quando, come per Iaitas, avvenne la distruzione per mano sveva del 1254.
Bibliografia
Tucidide, La guerra del Peloponneso VI 1-2, trad. L. Annibaletto Milano 1952
Ampolo, in Sicani, Elimi e Greci. Storie di contatti e terre di frontiera, Palermo 2002